Azzurro tenebra


















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Giovanni Arpino
Azzurro tenebra

Stoccarda, giugno 1974, Mondiali di calcio: nonostante campioni come Riva, Mazzola, Rivera, Facchetti e Zoff, la nostra nazionale viene eliminata al primo turno, in mondovisione e sotto gli occhi attoniti di migliaia di emigrati italiani. Protagonista autobiografico di Azzurro tenebra è un inviato speciale che si firma “Arp” e assiste alla disfatta insieme al giovane cronista-scudiero “Bibì”, come un Don Chisciotte del giornalismo affiancato dall’immancabile Sancho. Testimoni di un evento sportivo che presto assume i toni del grottesco, i due uomini sanno leggere in filigrana dentro quello che solo uno sguardo superficiale potrebbe archiviare come “niente altro che calcio”, e vi scorgono il destino desolante di un Paese già votato allo scacco e a un malinconico tramonto. Scritto a muscoli tesi, con estro espressionista, il libro, uno dei più belli e sofferti di Giovanni Arpino, si trasforma pagina dopo pagina nel glaciale referto di un doppio fallimento: la sconfitta sul campo e l’insufficienza estetica del gioco degli azzurri rispecchiano la generale carenza di etica e la miseria della condizione politica nel Paese.

1977  | 2010 BUR | L'autore | Il romanzo

David Trueba

"La giovinezza finisce il giorno in cui il tuo calciatore preferito ha meno anni di te"


1969 | Biografia

Selvaggi e sentimentali


Javier Marías
Selvaggi e sentimentali. Parole di calcio

Nelle pagine di questo libro, uno Javier Marías conciso, autobiografico e bellicoso ci racconta giocatori e tifosi, allenatori e presidenti, sconfitte e trionfi di uno sport che lui stesso definisce il «recupero settimanale dell'infanzia». Gli oltre quaranta articoli qui raccolti sono apparsi fra il 1992 e il 2001 su «El País» e sul supplemento «El Semanal»; l'argomento che li domina, piú che accomuna, è il calcio. Il libro ha finito per riscuotere un grande successo, inatteso forse e di certo singolare, perché ha conquistato soprattutto le donne: quelle stesse che «fino ad allora non avevano capito niente di calcio e nemmeno di che cosa trovassero in quel gioco i loro mariti, fratelli, padri, amici e amanti». La raccolta è composta dai testi probabilmente piú autobiografici che Marías abbia mai scritto: il suo modo di vivere la passione calcistica (è tifoso del Real Madrid ma anche sponsor di una squadra minore, il Numancia) affiora sotto forma di impulso sentimentale, di un'emozione legata agli anni dell'infanzia (e a un mondo passato e ormai mitico che giganteggia nella memoria). Ma anche il presente è ben tratteggiato, e i brevi testi permettono al lettore di scrutare, attraverso l'occhio di un esperto, le vicende del calcio spagnolo e mondiale; soprattutto permettono di godere la prosa fluente e spontanea di Marías da un'originale prospettiva «d'occasione».

2002 | Einaudi