Boccaccio era il portiere
di Silvano CalziniDietro l’aspetto pacioso nascondeva una natura eccentrica e un’intelligenza sottile. Capostipite indiscusso del cosiddetto “calcio deduttivo”, tattica che lo ha reso famoso e tuttora seguita da uno stuolo di fedelissimi seguaci sui campi di tutto il mondo. In breve, Conan Doyle si piazzava nel cerchio del centrocampo e osservava con grande attenzione ogni particolare della partita; poi quando aveva raccolto tutti gli elementi entrava in azione, partiva palla al piede e andava infallibilmente in rete, lasciando di stucco avversari e compagni. La sua forza stava nella fredda logica con cui analizzava i movimenti dei vari giocatori in campo, senza farsi distrarre dalle indicazioni degli allenatori e dalle urla dei tifosi sugli spalti.
Durante tutta la sua carriera ha sempre voluto al suo fianco il fedele Watson, un onesto faticatore del pallone senza particolari doti tecniche, ma a cui Conan Doyle non ha mai voluto rinunciare. Al termine degli incontri, indossava la sua mantellina, si metteva in testa un buffo cappellino da cacciatore a doppia visiera e se ne tornava, sempre insieme a Watson, nello studio di Baker Street, dove trascorreva il tempo libero dedicandosi ai suoi amati hobby, suonare il violino, fumare una grossa pipa ricurva e trafficare con delle strane attrezzature chimiche.
(2013)