Io son Totto, l'otto re di Roma

Roma, 11 settembre 2016


Al termine del primo tempo, la Roma è in svantaggio di un gol sulla Sampdoria, e sulla capitale si scatena Giove Pluvio. Qui la ricostruzione dell'intenso dibattere che, nel lunghissimo intervallo, vide affrontarsi Francesco Totti e Luciano Spalletti.





FT = Francesco Totti, capitaneo di Roma
LS = Luciano Spalletti, condottiero giallorosso
JP = Jacomo Pallotta, mercante delle Indie

(La pugna tra Romani e Doriani è giunta alla metà del tempo)

FT: Deh, segnor mio, fammi giuocar!
LS: V’è un tempo per la pugna e un tempo per la panca.
FT: Or tu forse non vedi li compagni miei moversi pel campo come liocorni zoppi? Li Dorian ne stan facendo strame. Ita a l’inferno è la speme di più vincer.
LS: I consigli, gli stratagemi, gli artifizi miei ignori, o Totto capitaneo.
FT: La disfatta progetti, Spalletto incantator!
LS: Tu se’ un venerabil vecchio, antico cavalliero giunto al fin delle battaglie: io ben t’escuso l’ardire del parlar.
FT: Io son Totto, l’otto re di Roma.
LS: L’ottavo…
FT: Sì, lottai e vinsi, con la mazza e con lo stocco; li inimici schiantai per ogni plaga, gloria ed onor ovunque conquistai. Lo popolo romano grida tutto dì lo nome mio a gran voce, e voce di popolo, ognun il sa, è voce di Domeniddio sempiterno signore che talenti mi diede sovrumani nell’arte della sfera.
LS: L’arte è longa, ma la vita è breve.
FT: Naingolano dunque preferisci?
LS: Egli è crudo, acerbo e insano: m’è utile alla mischia.
FT: E anco que’ duo felloni, anco lor mi stanno innanzi: li perfidi saracin, dico, El Sciaraui e Macometto Salah.
LS: I pagani non temono la morte, né ferute o sfibramento di garretti.
FT: Sciogli il laccio, orsù! Rendimi al terren di giuoco: pace non ho, né triegua.
LS: Le giovenili membra or m’abbisognan, non l’inclita virtù perduta dell’anzian campione.
FT: Ah, avversi fati!
LS: Al bando sei, Totto, e non te ne rencresca.
FT: O che qui morto ho da restare, o ch’io in campo ho da tornar.
LS: Omo sii: cessa il lamentevol pianto.
FT: Sciagure incombono su di noi, il cielo annera, l’ira divina tempesta scatena sull’orgoglio tuo. Vedi i tuoni, odi le saette!
LS: Negromanzie! Superstizion! Sinestesie!
FT: Sdegno celeste invero il chiamo…
LS: Ah! Ma chi vedo di laggiù? Pallotta lo mercante, procacciator de la pecunia nostra.
JP: Spalletto, che fai? Totto fuori? E che mai? Totto la gente ama e idolatra, di lui compra l’armatura col numero X. Io voglio bisìni, merciandare, io non tengo fruttistendo, conto moneta, non posso campar coi frutti. Se perdiamo colpa darem a Totto, se vinciam è grande il gruppo, tu il primo. Deh, non tardar più oltre.
LS: Ah, il maledetto fiorino…
FT: All’armi! Vittoria!
LS: Cedo al vil danaro. Teco sia però lo Slavo Geko: e che Iddio ci guardi.

Mirko Volpi
Il campionato furiosoper "Il Foglio", 13 settembre 2016
Riprodotto su autorizzazione dell'autore

La gran ruina per l'esercito rossonegro

Milano, 2 ottobre 2016.

Il Milan sta rovinosamente soccombendo di fronte alle folate dei giocatori venuti da Sassuolo. Conversazione tra Vincenzio Montella, condottiero rossonegro, Riccardo Montolivo, capitaneo rossonegro, Silvio de’ Berlusconi, lo Cavalliere per antonomasia, Li Yonghong, mercante del Catai.




VM = Vincenzio Montella, condottiero rossonegro
RM = Riccardo Montolivo, capitaneo rossonegro
SB = Silvio de’ Berlusconi, lo Cavalliere per antonomasia
LY = Li Yonghong, mercante del Catai

VM: Soccombe l’esercito rossonegro.
RM: Oh la gran ruina che ci attende!
VM: Riccardo capitaneo, orsù, raccendi l’animo de li compagni tuoi.
RM: A che far? Stendon le nubi un tenebroso velo, che né sole apparir lascia né stella.
VM: Ahinoi… Deh, ma chi vedo? Lo Cavalliero Berlusconi! E seco lui un mercante del Catai…
SB: Vincenzio, forse che giunsi alla mia verde età per veder tal spettacolo pedatorio?
LY: Forse che io venni di Catai a scialacquar quattrini?
SB: Forse che io, messer mercante, vidi già tutti quanti li danari promessi?
LY: Forse che i dignitari del Catai corbellerie soglion narrar?
SB: Forse che… ma qui l’avversario ci martìra e noi ci perdiamo in vane fole!
LY: Capitalizzar vorre’ io!
VM: E io vincer!
RM: E io giuocar!
SB: Consentami, Vincenzio, ma inevitabil fia lo schieramento stravolger quanto prima.
VM: Oh duca, io infatti stimai per aventura…
RM: La buona ventura sol di Giacomo è nel nome: tutto è perduto, anche l’impresa sua.
VM: Oh capitaneo, convienmi dal campo tôrti.
RM: Nol far!
VM: Manuello Locatello sarà della partita.
RM: Ah, le giovinette membra al massacro destinate!
VM: Più desiderabile saria un felino arruncigliato all’istrumento di generazione che udirti favellar in codesta guisa.
RM: Gemo.
VM: Paladini rossonegri, qui si parrà la vostra nobiltate!
RM: Eccomi della tenzon al margine.
VM: Deh, saracin Niango, avanza. E tu, Donnarumma, all’assalto! Gabrio Paletta guidi la difesa e l’indio Bacca sia servito: vibrino le fiere spade nell’aspra battaglia.
RM: Vanità!
SB: Tu perdesti il sole nella tasca, che infiniti addusse gaudii a li sodali miei.
RM: Onusto d’anni e di ferute, nel padiglion m’assido a risguardar del giovene Locatello le gesta. Vecchiezza vien dietro a gran giornate e la gloria sen fugge tuttavia. Ah, ma forse di me ancor i compagni necessità hanno…
SB: Riccardo?
RM: Sì?
SB: La partita è finita.

Mirko Volpi
Il campionato furioso, per "Il Foglio", 4 ottobre 2016
Riprodotto su autorizzazione dell'autore