Yashin

I ritratti di Eduardo


Lev Yashin chiudeva la porta senza lasciare neppure un piccolo spiraglio. Questo gigante dalle lunghe braccia di ragno, sempre vestito di nero, aveva uno stile spoglio, una eleganza nuda che disdegnava la spettacolarità dei gesti eccessivi. Era solito parare tiri fulminanti alzando solo una mano, tenaglia che afferrava e triturava qualsiasi proiettile, mentre il corpo restava immobile come una roccia. E senza muoversi, poteva anche deviare il pallone solo lanciandogli uno sguardo.

Si ritirò dal calcio molte volte, sempre inseguito dalle acclamazioni di gratitudine, e varie volte tornò. Un altro come lui non c'era. In più di un quarto di secolo, il portiere russo parò più di cento rigori e salvò chissà quanti gol già fatti. Quando gli chiesero quale fosse il suo segreto, rispose che la formula consisteva nel fumare una sigaretta per calmarsi i nervi e buttare giù un bicchiere di roba forte per tonificarsi i muscoli

Eduardo Galeano, Splendori e miserie del gioco del calcio