Cruyff

I ritratti di Eduardo

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L'Olanda era musica, e quello che guidava la melodia di tanti suoni simultanei evitando schiamazzi e stonature, era Johann Cruyff. Direttore d'orchestra e musicista di fila, Cruyff lavorava più di tutti.

Questo elettrico magrolino era entrato nelle file dell'Ajax quando era ancora un bambino: mentre sua madre lavorava nella taverna del club, lui raccoglieva i palloni che finivano fuori, lucidava le scarpe dei giocatori, collocava le bandierine agli angoli del campo e faceva tutto quello che gli chiedevano e niente di quello che gli ordinavano. Voleva giocare ma non glielo permettevano a causa del suo fisico troppo debole e del suo carattere troppo forte. Quando glielo permisero, non smise più. Ancora ragazzo, debuttò nella nazionale olandese, giocò stupendamente, segnò un gol e fece svenire l'arbitro con un cazzotto.

Poi continuò a essere una testa calda, un lavoratore geniale. Nel giro di due decenni vinse ventidue campionati, in Olanda e in Spagna. Si ritirò a trentasette anni, dopo aver realizzato il suo ultimo gol, portato a spalle da una folla che dallo stadio lo accompagnò fino a casa

Eduardo Galeano, Splendori e miserie del gioco del calcio