Calcio di oggi calcio di ieri
di Andrea Maietti
Chiacchierata al bar. Si gioca meglio oggi o si giocava meglio ieri? Per Franco Tanelli, classe 1925, sportivo manager di prestigio nazionale ai suoi bei dì, oltre che calciatore di buon curriculum, non c’è discorso. La tecnica d’antan era di gran lunga superiore. E’ un classico: ognuno parteggia visceralmente per il proprio tempo, perché parteggia per se stesso. Ma quanti calciatori, Franco, oggi sanno battere una punizione a foglia morta, come quarant'anni fa Mariolino Corso, il “piede sinistro di Dio”? Quasi uno per squadra, a partire dalla Seconda Categoria. E quale allenatore, oggi, insegnerebbe più ai propri giocatori a stoppare la palla spiovente, calcandoci sopra la scarpa come una cacciatore sulla preda del safari? Più innocenti erano forse gli inghippi, tentati e spesso falliti. Come il seguente raccontatoci da Franco.
Campionato di serie C a girone unico, stagione 1952-53. Franco gioca nello Stabia in trasferta a Vigevano. Uno dei guardalinee è l’amico di Lodi, Cesarino. Nello spogliatoio, prima della partita, Cesarino aveva chiesto a Franco un passaggio in macchina per tornare a Lodi. «Che diamine - aveva risposto Franco -: in macchina c’è solo mio fratello. Ci farai compagnia». E intanto aveva fatto l’occhietto ai compagni: «E’ un amico, oggi ci andrà bene». In effetti le cose vanno bene per lo Stabia, che si trova in vantaggio di due gol a cinque minuti dalla fine, senza che l’amico Cesarino abbia influito in alcun modo. Ma le cose si complicano, perché il Vigevano dimezza le distanze su rigore e poi si butta all'arma bianca nell'assalto finale. Franco e compagni vanno in affanno per il contraccolpo psicologico che sempre si accusa in questi frangenti. Palla in fallo laterale a favore dello Stabia, proprio sotto la bandierina dell’amico Cesarino. Franco va lentamente alla rimessa: «Quanto manca, Cesare?». «Non posso rispondere!», risponde l’amico, enfatizzando a barbozzo mussoliniano il suo adamantino rispetto del regolamento. Franco effettua la rimessa, ma prima di allontanarsi si alza fino all'orecchio dell’amico, sibilandogli a denti stretti: «E’ così? Bene, stasera torni a casa a piedi ».
Stadio Comunale "Dante Merlo",Vigevano Oggi |
(2014)